Summary
- Dal 2013 al paesaggio rurale di Egnazia, rilevante porto della Puglia adriatica, è dedicato un programma di ricerca, avviato con riferimento particolare al periodo romano con il Progetto FIRB 2012 ‘Archeologia dei paesaggi della Puglia adriatica in età romana: tecnologie innovative per una pianificazione sostenibile e una fruizione identitaria’ e da subito esteso alla ricostruzione dell’intero palinsesto insediativo, dalle più antiche attestazioni che risalgono al Neolitico fino ai giorni nostri. Con il supporto del Laboratorio di Archeologia dei Paesaggi, attivato nel Dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica dell’Università di Bari a partire dall’esperienza del FIRB, il progetto si concentra sulle dinamiche di occupazione e di sfruttamento delle risorse naturali nel quadro del paleoambiente, sempre in relazione con la vicenda della città, finora meglio nota dalle indagini di scavo in corso dal 2001. Per la prima volta questo ampio comparto è stato interessato dalla ricognizione sistematica di superficie, condotta come cantiere didattico complementare rispetto al cantiere scuola dello scavo nell’area urbana. La ricerca è, inoltre, sempre integrata dalle indagini ambientali, con particolare riferimento all’archeozoologia, all’archeobotanica e all’archeometria. La ricognizione, ancora in corso, svolta con copertura totale e con raccolta completa dei materiali, ha interessato finora circa 30 kmq nel settore prossimo alla città e in una parte rilevante del comparto SE, compreso nel territorio di Fasano. Si tratta di un’area estesa per circa 3 km in senso NE-SW dall’interno al mare e per 8 km in senso NW-SE. Da questo areale sono stati impostati due transetti orientati verso l’interno, il primo a SE con lunghezza di 5 km e l’altro a NW con lunghezza di 3,5 km, per un confronto tra le evidenze della piana costiera e la zona che arriva alla collina pedemurgiana e alle creste dell’altopiano. Per i due transetti si è scelto di risalire il paleoalveo di due lame di ampia portata, Lama Cupa o Masseria San Domenico a SE e Lama San Basilio e Lama Impisi a NW che, nella fascia più prossima al mare, risultavano già interessate da siti pluristratificati. ............................................................................................................................... Please cite this Record as: Mastrocinque G., Campese M., De Palo F., Lucente V., Silvestri M., 2024, Egnatia survey [data-set]. Fasti Online Survey [distributor]. Permalink: https://www.fastionline.org/survey/site/AIAC_525
Project Dates
- 2008
- 20132015
- 2020
Periods
- No period data has been added yet
- 8000 BC
- 6000 BC
- 1550 AD
- 2000 AD
- L’indagine sul campo è stata preceduta da un’analisi sistematica della cartografia storica e delle segnalazioni di rinvenimenti nella bibliografia edita e nell’archivio della Soprintendenza. La base cartografica utilizzata comprende il formato raster della Carta Topografica d’Italia IGM (scala 1:25.000), le ortofoto della Regione Puglia (2001, scala 1:5000), il formato vettoriale della Carta Tecnica Regionale (scala 1:5000), la Carta Tecnica del Comune di Fasano (1:5000). La ricognizione ha interessato finora circa 30 Kmq, con copertura totale, ad eccezione solo dei campi inaccessibili o occupati in modo predominante da opere antropiche, con squadre di almeno 5 operatori posti a distanza di 5 m e laddove sono state rinvenute UT, intese come “insiemi di reperti archeologici visibili sulla superficie del terreno con coerenza spaziale”(cfr. Aprosio 2008), l’area è stata ripercorsa con gli operatori a distanza compresa tra 1-2 m. Si è proceduto con la raccolta completa dei frammenti ceramici e con un campionamento ragionato su base morfo-tipologica dei frammenti di tegole e laterizi, dopo aver misurato di questi ultimi superficie dell’area di distribuzione e densità media al mq. Le evidenze sono state registrate in schede di Unità Topografica redatte secondo le indicazioni ICCD e per gli insediamenti rupestri sono state predisposte una specifica scheda di Unità Rupestre e una Scheda di Sito che raccoglie i dati di unità rupestri collegate. Tutte le evidenze sono state mappate mediante l’utilizzo di GPS centimetrico e in seguito sono confluite nella piattaforma GIS con software QGIS versione 3.0 e successive. Il grado di visibilità risulta in generale medio-alto, soprattutto nelle aree maggiormente caratterizzate dalla presenza di uliveti centenari, mentre nei pressi della costa o del centro urbano i valori risultano medio-bassi, per la scarsa manutenzione dei suoli agricoli o per l’inaccesibilità dei campi. Sulla base del rapporto tra numero di frammenti rinvenuti e superficie delle UT in tutti i casi di copertura al 100%, che sono nettamente prevalenti, sono state riconosciute quattro classi di densità in ordine crescente: - 1: fino a 0,005 frammenti per mq - 2: tra 0,006 e 0,01 frammenti per mq - 3: tra 0,02 e 0,1 frammenti per mq - 4: ˃ 0,2 frammenti per mq La scheda UT registra la proposta di interpretazione, diversificata rispetto a ciascuno dei periodi meglio documentati dai materiali, per la ricostruzione delle trasformazioni a piccola e media scala. Il sistema interpretativo prende come riferimento il repertorio elaborato da F. Cambi (2001) per la Puglia meridionale e applicato in particolare all’ager Brundisinus (Aprosio 2008) e per il periodo pre- e protostorico la carta archeologica del territorio limitrofo di Cisternino, elaborata per il Murgia Tablelande Project (Burgers, Recchia 2009), con adattamenti legati a specificità riscontrate nel territorio di Egnazia.
Other Comments
- Research director: Gianluca Mastrocinque, Dipartimento di Ricerca e Innovazione Umanistica, Università degli Studi di Bari Aldo Moro, (gianluca.mastrocinque@uniba.it); Field director: Marco Campese, Università degli Studi di Bari Aldo Moro; Other team members: Vito Lucente, Università degli Studi di Bari Aldo Moro (responsabile della documentazione topografica e dello studio del materiale ceramico), Maria Silvestri, Università degli Studi di Bari Aldo Moro (responsabile dello studio del materiale ceramico). ........................................................................................................................ Secondo l’impostazione pubblica con cui il Progetto Egnazia è nato nel 2001 e connaturata alla ricerca, parte rilevante dell’attività è rivolta alla inclusività sociale dei risultati, per rendere la comunità partecipe delle stesse strategie di indagine, nell’ambito di un’azione che di recente si è aperta ad una collaborazione internazionale col programma ‘Paesaggi mediterranei di età romana tra ricerca e strategie di valorizzazione’ a cui hanno aderito finora in Spagna l’Universidad de Córdoba e l’Universidad Castilla-La Mancha. Durante l’attività si organizzano aperture al pubblico del cantiere di ricognizione e del laboratorio, con iniziative mirate per le scuole. La mappatura delle evidenze archeologiche, in continua implementazione in GIS, è condivisa con i comuni di Monopoli e di Fasano per le attività di pianificazione territoriali ed è stata recepita dalla città di Fasano nel PUG – Piano Urbanistico Generale in fase di progettazione. Oltre che nella tutela e nella pianificazione territoriale, gli esiti della ricerca trovano spazio in programmi di valorizzazione diffusa, tra cui il percorso ciclopedonale costiero tra Monopoli e Fasano, giunto alla progettazione esecutiva, nell’ambito di un accordo quadro che unisce Regione Puglia, Comuni di Fasano e di Monopoli, Soprintendenze competenti, Università di Bari, Autorità di Bacino Portuale. Il Laboratorio di Archeologia dei Paesaggi, con il supporto di Altair srl, azienda spin off dell’Università di Bari, è coinvolto per le attività di archeologia preventiva, ma anche per elaborare nuovi itinerari di fruizione che si addentreranno nel territorio favoriti dalla ciclopedonale e raggiungeranno anche siti finora poco o del tutto ignoti, con l’ausilio di sistemi di comunicazione multimediali.
- Il progetto intende ricostruire il paesaggio rurale di Egnazia, insediamento portuale tra i più vitali della Puglia adriatica e central place di un comprensorio ampio e piuttosto articolato, che dalla Preistoria perdura per tutto il Medioevo, secondo modalità di occupazione più dense o più rade, in stretta relazione con la vicenda della città, approfondita attraverso gli scavi sistematici condotti dall’Università di Bari senza soluzione di continuità dal 2001. Rispetto all’area urbana dove nel palinsesto pluristratificato è accentuata la visibilità delle evidenze del municipium di età romana e tardoantica, a discapito delle testimonianze dei periodi precedenti e del Medioevo, nel territorio, prima della ricognizione noto soprattutto per gli insediamenti rupestri di età bassomedievale, si cerca di ricostruire l’intera sequenza insediativa, dal Neolitico al basso Medioevo, con riferimento alle modalità di occupazione e alle forme di sfruttamento delle risorse naturali, nel quadro del paleoambiente. Specifica attenzione è rivolta agli elementi naturali maggiormente alterati dalla frequentazione antropica moderna, come le lame, solchi erosivi che in antico erano una delle principali riserve idriche e vie di collegamento fluviale tra l’interno e la costa e per questo esercitavano sensibile influenza sulla distribuzione dei nuclei demici.
- Dipartimento di Ricerca e innovazione Umanistica, Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Director
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Director
- Gianluca Mastrocinque, Università degli Studi di Bari Aldo Moro
- Marco Campese- Università degli Studi di Bari Aldo Moro