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  • San Lorenzo – Santuario di Giunone Sospita
  • Lanuvio
  • Santuario di Giunone Sospita
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Credits

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Monuments

Periods

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Chronology

  • 200 BC - 400 AD
  • 0

Season

    • Il santuario di Giunone Sospita a Lanuvio è situato sulla pendice di un colle in parte sistemato con terrazzamenti artificiali. Il versante ad est del tempio della dea (c.d. Uliveto Frediani-Dionigi), mai prima indagato, tra 2006 e 2010 è stato oggetto di indagini archeologiche che hanno messo in luce un muro di sostruzione in opera incerta, addossato al rilievo collinare con andamento rettilineo verso N, esplorato per quasi 50 mt., al cui piede si stende una terrazza in cementizio (larga mt. 6,30 e lunga circa mt. 60). L\'imponente struttura rappresenta una delle prime fasi edilizie in questa zona del santuario; si può proporre una datazione tra la fine del II e gli inizi del I sec. a.C. Una serie di piccoli archi perpendicolari, distanti circa m. 5,20 l\'uno dall\'altro, determinavano un piccolo corridoio compreso tra il muro in opera incerta e un parallelo e successivo muro in opera reticolata innalzato a circa 60 cm. di distanza dal primo. Detto corridoio era pavimentato in cocciopesto con un cordolo che ha confermato la funzione idraulica di questa intercapedine, che doveva raccogliere le acque della collina. Dallo svuotamento del corridoio dal muro in opera incerta provengono tra l’altro una bella testa marmorea di fanciullo, di età giulio-claudia, frammenti di anfore della prima e media età imperiale, e una moneta tardoantica. Il muro in opera reticolata presentava tre aperture, chiuse già in età antica, che originariamente consentivano di accedere al terrazzamento superiore. Un saggio ha portato a una scoperta di particolare interesse; l'apertura centrale dava adito a una scala con gradini in peperino che saliva al terrazzamento superiore del santuario: in una seconda fase, l'ingresso fu tamponato con opera reticolata creando invece della precedente una nuova scala, accessibile esclusivamente dall'alto e più breve, perché scendeva solo fino a raggiungere un pianerottolo sul quale, addossato al muro interno, era sistemato un banconcino. Sulla terrazza superiore, un sondaggio ha individuato pochi resti di un muro a blocchi di età mediorepubblicana. La terrazza alla base del muro mostra più fasi con una successione di pavimentazioni in cocciopesto (a base fittile e a base mista) e in mosaico; numerosi rifacimenti anche con reimpieghi di elementi architettonici dimostrano una frequentazione dal I sec. a.C. al IV d.C. Si sono individuati quattro ambienti con pavimentazioni differenti a quote analoghe, conservati solo nella parte a monte. Il primo ambiente ha muri in opera reticolata e pavimento di cocciopesto ricco di inclusi ceramici; invece del secondo si conservano esclusivamente lacerti della pavimentazione in cocciopesto e della relativa preparazione di malta grigiastra con frammenti laterizi e ceramici, mentre dei muri è rimasta solo l'impronta nel terreno. Il terzo ambiente è meglio conservato in quanto conserva i muri S e O, in blocchi di tufo rivestiti internamente da cocciopesto, e resti della pavimentazione, in origine composta da mattonelle in marmo lunense di forme probabilmente diverse; se ne conservano frammenti e di una di esse è ricostruibile la forma esagonale. L'ultimo ambiente è pavimentato in mosaico a tessere nere. L’andamento e gli allineamenti dei quattro vani, nonostante leggere differenze nelle tecniche murarie e nelle quote pavimentali, fanno pensare ad ambienti costruiti nella stessa fase edilizia e forse di analoga funzione. Infine, nell’area a SO della terrazza è stato rinvenuto un mosaico a tessere nere sul quale venne costruito un recinto o bancone quadrato con calcina friabile e scapoli anche di rempiego (cubilia di reticolato): una struttura leggera, forse un’aiuola(?), mentre un battuto cementizio a quota superiore al livello del mosaico tardo, era limitato verso ovest da un muretto di blocchi di tufo irregolari con elementi architettonici di reimpiego, un semi-capitello dorico in peperino, e una cornicetta marmorea a dentelli.
    • _Terrazzamento Occidentale del Santuario_ Since 2012 excavations have been carried out in the Sanctuary of Juno Sospita in Lanuvio, on the hill of S. Lorenzo, in the course of which seven rooms were found, with perimeter walls in opus incertum and opus reticulatum, already excavated by Lord Savile Lumley (1892-1894), but then covered over by rubble from the Second World War. There is also a pylon, which was always visible, built in opus quadratum, which probably had a defensive purpose. The whole area was built after the original surface had been levelled and is crossed by underground tunnels. Luca Attenni. _Terrazzamento Orientale del Santuario_ The area at East of the Juno Sospita Sanctuary in Lanuvio was known in the local cartographic documents as Frediani Dionigi olive grove, because it was property of this family up to 1939. The area has been indagated with some excavation campaigns carried out between September 2006 an September 2011 and it has never been excavated before. Excavation campaigns brought to light a massive supporting wall in opus incertum, which runs straight to North for about 48 meters, and a cement terrace 6,30 meters wide and about 60 meters long. The eastern terrace of the Juno Sospita Sanctuary gives today a recognizable image of its main phases, thanks to the partial excavation work. A big building stage, in the late Republican Age, consists in the supporting wall in opus incertum, where there is an opening. In this phase were probably built the large plane area , but no floors or foundation planes look to be contemporary to the wall. This opus incertum wall was then covered by a second wall in opus reticulatum (maybe belonging to the Augustan Age), which runs parallel to the first one, at a distance of 60/70 cm. Between the two walls there is a pavement in cocciopesto, contemporary to the wall in opus reticulatum, which identify the narrow corridor as a channel to collect rain water, with a cover made by small arches. In a second stage, not later than the first Imperial Age, in the opus reticulatum wall were made three openings, that gave access to the upper terrace. Two of them have been closed in ancient times, at the time of an other big building phase of the area, during the II century A.D. A series of not well identified spaces in the plane area belong to this last phase.
    • In July 2012, an investigation by the Guardia di Finanza led to the recovery of an important votive deposit in the territory between Genzano di Roma and Lanuvio, c. 30 km south-east of Rome. Excavations were immediately carried out, a collaboration between Rome La Sapienza University, the Civic Museum of Lanuvio and the Archaeological Superintendency of Lazio, financed by Lanuvio town council, leading to the recovery of several hundred ex-voto datable to between the 4th and the 3rd-2nd centuries B.C. The area is characterised by the widespread presence of cult sites, which attest the religiosity linked to the territory. Recent archaeological finds suggest the votive hoard from Pantanacci may be identified with the famous cave of the snake sacred to Juno Sospita mentioned by Propertius (IV 8, 3-14) and Aelianus (Nat. anim. 11, 16). Therefore, it may be suggested that there is a link between this votive hoard and the nearby sanctuary of Juno Sospita, the polyadic divinity of _Lanuvium_, situated on the city’s acropolis. The importance of the Pantanacci hoard lies in the fact that it constitutes one of the rare examples of a primary deposit, not the secondary deposition of cult objects. Of particular interest is the relationship between the votive materials (some of which relate to particular pathologies, such as those of the mouth) and the place of deposition: a cave fed by a series of tunnels, some natural, some man-made. This situation confirms what has already been documented in various votive deposits, also in the nearby Pontine plain, the close relationship between drainage tunnels and “sacredness”.

Bibliography

    • F. Zevi, F. Santi, L. Attenni, 2011, Gli scavi della “Sapienza” – Università di Roma e del Museo Civico di Lanuvio nel santuario di Iuno Sospita (campagne 2006, 2008, 2009), in G. Ghini (a cura di), Lazio e Sabina 7, Roma: 289-302.
    • L. Attenni, 2011, “Gli scavi ottocenteschi di Lord Savile Lumley sul Colle S. Lorenzo a Lanuvio”, in VALENTI M. (ed.), Colli Albani.Protagonisti e luoghi della ricerca archeologica nell’Ottocento, Roma, 164-168.
    • L. Attenni 2012, “ Nuove considerazioni sul donario marmoreo di Licinio Murena e nuove analisi dei documenti d’archivio relativi agli scavi Savile”, Lazio e Sabina, 8, 289-294.
    • L. Attenni, G. Ghini, c.s., Topografia di Lanuvio: uno sguardo d’insieme e gli ultimi scavi (Atti delle giornate di studio. L’archeologia del sacro e l’archeologia del culto. Sabratha, Ebla, Ardea, Lanuvio, 10-11 ottobre 2013).
    • L. Attenni, 2014, Indagini archeologiche condotte dal Museo Civico Lanuvino nell’area di Villa Sforza Cesarini a Lanuvio in Lazio e Sabina 10, Roma, pp. 143-151
    • L. Attenni, G. Ghini, 2014, La stipe votiva in località Pantanacci (Genzano di Roma-Lanuvio, Roma), in Lazio e Sabina 10, Roma, pp. 153-161.