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Excavation

  • Cala Cicala
  • Capo Colonna
  • Lacinium promunturium
  • Italy
  • Calabria
  • Province of Crotone
  • Crotone

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Credits

  • The Italian Database is the result of a collaboration between:

    MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per i Beni Archeologici),

    ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) and

    AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).

  • AIAC_logo logo

Summary (Italian)

  • Nel giugno 2017 un gruppo di ricerca multi-dipartimentale dell’Università della Calabria ha condotto alcune indagini su un carico di marmi naufragato a Cala Cicala, nella porzione meridionale del promontorio di Capo Colonna (Crotone), alla profondità di circa 6 metri.

    Sul fondale giacciono tuttora 36 elementi marmorei di varia pezzatura, per lo più riconducibili a pilastri, blocchi e lastroni sbozzati, per un peso complessivo di circa 180 tonnellate. Molti dei manufatti marmorei presentano il tipico aspetto gradinato e alcuni monoliti superano la lunghezza di 6 metri. Durante la campagna di ricerche il team ha sperimentato un approccio innovativo in cui largo spazio è stato dato alle tecnologie geofisiche, digitali e meccatroniche al fine di coadiuvare i metodi convenzionali di documentazione archeologica.

    Le indagini minero-petrografiche, condotte anche con la collaborazione della Università Iuav di Venezia, hanno consentito di assegnare i marmi all’isola di Thasos e in particolare a due distinti siti di estrazione localizzati ad Aliki e a Cape Vathy. L’attribuzione al relitto di alcuni capitelli ionici e di alcune basi attiche in marmo recuperati dal fondo del mare agli inizi del XX secolo, e ora in esposizione presso il Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna, offrono alcuni appigli cronologici per la datazione dell’intero giacimento sommerso.

    Le evidenze di Cala Cicala contribuiscono significativamente alla conoscenza di diversi aspetti legati allo sfruttamento delle cave dell’isola di Thasos in età romana e in particolar modo ai metodi di estrazione localmente in uso. Prima delle indagini condotte a Cala Cicala, le sole testimonianze subacquee riconducibili con certezza a carichi di marmo provenienti da Thasos si limitavano ai relitti pugliesi di San Pietro in Bevagna e Torre Sgarrata che, rispetto a quello di Cala Cicala, sembrano essere più recenti. Un altro fattore di interesse è dato dalla presenza a Cala Cicala del marmo estratto presso il promontorio di Aliki – una varietà calcitica prevalentemente utilizzata in ambito architettonico – sinora non attestata in contesti subacquei.

  • Salvatore Medaglia, Università della Calabria 
  • Armando Taliano Grasso, Università della Calabria 

Director

  • Armando Taliano Grasso, Università della Calabria
  • Domenico Miriello, Università della Calabria
  • Fabio Bruno, Università della Calabria
  • Salvatore Medaglia, Università della Calabria

Team

  • Salvatore Medaglia, Università della Calabria
  • Fabrizio Antonelli - Laboratorio di Analisi Materiali Antichi, Università IUAV di Venezia

Research Body

  • Università della Calabria

Funding Body

  • EU, Interreg Med - “BLUEMED” project

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