Summary (Italian)
Nel periodo settembre-ottobre 2021 si è svolta la seconda campagna di scavo nella necropoli messapica di Monte d’Elia presso Alezio. Le ricerche sono state condotte su concessione ministeriale (DGABAP n. 1023, 26/9/2019) nell’ambito di una convenzione tra Comune di Alezio, Università del Salento e ISPC-CNR.
Le indagini si sono concentrate in un settore a ovest dell’area di scavo indagata in precedenza. In questa zona sono stati indagati elementi riferibili al periodo compreso tra il IV e il III sec. a.C.: due tombe a semicamera, quattro tombe a sarcofago, una deposizione compresa tra coppi e alcune riduzioni correlate alle tombe; ancora più ad ovest, in corrispondenza dell’attuale limite di scavo, è stata identificata una grande piattaforma realizzata ad acciottolato. E’ stato possibile identificare anche una tomba a pozzetto della fase arcaica (fine del VI sec. a.C.).
Quest’ultima era segnalata in superficie da un cippo e da un lastrone irregolare di pietra calcarea (US 114). Sul fondo della fossa cilindrica, profonda ca. 0,90 m, si conservavano i resti di un adulto deposto rannicchiato con corredo costituito da un cratere a decorazione geometrica bicroma, una tazza, la cui ansa era stata rotta intenzionalmente, ed un attingitoio (US 115).Tra le tombe a sarcofago si segnala in particolare quella riservata ad una coppia di bambini con doppio corredo, ciascuno costituito da brocchetta, coppetta e fibula in bronzo (US 95 e 96).
All’interno di un altro sarcofago destinato alla sepoltura di un infante (US 119 e 120) si sono conservati solo i resti antropologici.Delle tombe a semicamera US 111 e 113 si è potuto riportare alla luce solo il fondo realizzato con grandi blocchi di calcarenite locale. Nel caso della tomba 111 si segnala la presenza di quattro fori disposti a formare i vertici di un rettangolo: comunemente ne viene riferita la destinazione alla collocazione del letto funebre.
Sono state identificate anche altre due tombe a sarcofago, disposte lungo il limite settentrionale della necropoli, danneggiate in età antica per il riutilizzo del materiale lapideo. In entrambi i casi non si sono conservati i resti della deposizione funeraria, tuttavia, fortunatamente, al loro esterno è stato possibile recuperare le riduzioni relative a precedenti inumazioni. Come già rilevato nel corso del 2020, queste si presentano come fossette in cui le ossa sono raccolte insieme a pochi oggetti di ornamento personale in bronzo o ferro.
Per quanto attiene alla “piattaforma” (US 91) si tratta di una struttura costituita da blocchetti e pietre informi disposti a secco; si estende con andamento ovale per una lunghezza di ca. 5 m. Tra gli elementi lapidei, erano deposti vasi per unguenti, lucerne, vasi potori (skyphoi e coppette), lekanai in frammenti, terrecotte figurate, oggetti in ferro e bronzo; inoltre dagli strati di accumulo che coprono la piattaforma (US 38 e 92) provengono i frammenti di numerosi crateri italioti a figure rosse e di oinochoai sovradipinte. E’ possibile che la struttura costituisse una sorta di altare funzionale alla deposizione della suppellettile impiegata nei riti che si svolgevano nella necropoli: operazioni di lavaggio e purificazione, libagioni e pasti funebri.
- Giovanni Mastronuzzi, Università del Salento. 
Director
- Giovanni Mastronuzzi, Università del Salento
Team
- Giorgia Tulumello
- Giovanni Mastronuzzi, Università del Salento
- Giuseppe Muci, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi e Lecce
- Francesco Solinas
- Giuseppe Dicanio
- Valeria Melissano, Università del Salento
- Francesco Giuri, CNR I.S.P.C., Lecce
- Ivan Ferrari, CNR I.S.P.C., Lecce
Research Body
- Università del Salento, CNR I.S.P.C.
Funding Body
- Comune di Alezio
- Università del Salento.