Gli obiettivi della campagna di scavo 2020 sono stati la prosecuzione delle indagini archeologiche e il potenziamento del percorso di fruizione inaugurato nel 2019, che aveva registrato un forte interesse nel pubblico, confermato ampiamente anche per il 2020.

Lo scavo archeologico ha proseguito da dove era stato interrotto alla fine della campagna precedente, ovvero nell’indagare l’area cimiteriale a N della chiesa. E’ stato necessario ampliare i limiti di scavo spingendosi lungo il versante della collina, poiché appariva chiaro come le sepolture continuassero ad essere presenti anche oltre, con corredi importanti e quindi informazioni utili da raccogliere. La scoperta di 47 tombe ha confermato quanto ipotizzato, i cui corredi si collocano nel periodo di massima frequentazione del luogo sacro, ovvero tra XII e XV secolo. In particolare, nel settore nord-ovest dell’area, è stata registrata la presenza di una concentrazione di sepolture infantili, forse volontariamente a creare un piccolo “paradiso” a loro dedicato.

Nel settore sud-est dell’area è emersa una fornace per la produzione di una campana di circa 45/50 cm di diametro. Dalle tracce rimaste si può rilevare che le tecniche usate dalle maestranze specializzate seguono i dettami di Teofilo e quindi si può ipotizzare la sua funzione in un preciso momento che va tra il X e l’XI secolo.

Nel settore sud, invece, è venuto alla luce un consistente crollo murario, comprensivo di architrave, che potrebbe essere pertinente all’edificio sacro nel momento in cui fu riedificato per volere del Monastero di Santa Giustina di Lucca, agli inizi del XIII secolo.
Al momento i dati sembrano suggerire due fasi costruttive sull’apice della collina: la prima di VIII-X secolo, la seconda di XII-XIII secolo, questa sicuramente legata alla chiesa di Santa Mustiola. Per quanto riguarda la prima è possibile che la funzione fosse inizialmente diversa, ma ben presto riconvertita a luogo sacro.