Gli scavi dell’Università di Verona presso il Foro di Grumentum sono proseguiti nell’agosto 2014, soprattutto lavorando nell’area del portico Nord del tempio rotondo.

Il complesso, il cui scavo è curato da Fiammetta Soriano, risulta essere stato rimaneggiato più volte: poco dopo l’inaugurazione del complesso, sotto Tiberio, si innalzarono dei pilastri, poi si chiusero gli intercolumnii e anche la porta Nord del muro dell’area sacra, per creare, al posto del portico, due ambienti rettangolari. Inoltre, l’accesso anteriore all’area sacra, da Est, fu chiuso e dotato di una porta. Tutto questo avvenne in età giulio-claudia.

Verso la metà del I secolo d.C., quando fu costruito il Capitolio, questi edifici furono rasati al suolo.

Davanti alla porta d’accesso da Est fu realizzato un ambiente affrescato e pavimentato in cocciopesto con mosaico al centro. Adiacente a questo ambiente che fungeva da ingresso, c’era una base quadrata, dotata di un gradino.

In età tardo-imperiale avvennero radicali rinnovamenti. Fu realizzato un pavimento con pietre piatte nella parte Sud-Est del settore indagato, poi fu innalzato un muro in pietra e malta, con forte inclinazione verso Sud, forse un muro di contenimento.
Ma il rinnovamento più notevole fu poi costituito dalla costruzione di una chiesa cristiana dotata di abside volto a Est. Di essa si vede, per ora, solo parte della pianta.

Si è pure portato a termine un saggio a Ovest del Cesareo, a cura di L. Pozzan, che ha chiarito come la piazza, prima della sua monumentalizzazione in epoca augustea, era di dimensioni maggiori, anche se apparentemente priva di templi.

Nella fase che precedette la costruzione del Cesareo fu realizzato un taglio lineare, orientato in senso Est-Ovest, profondo 55 cm. Il taglio prosegue a Sud-Est e Nord-Ovest, oltre i limiti del saggio. La sua parete Nord è verticale, il fondo è piano.

Quando poi fu innalzato il Cesareo e si concepì il nuovo piano architettonico del Foro, si spianò la zona, eliminando la pendenza Sud-Nord.