Summary (Italian)
Lo scavo archeologico condotto in località Marzuolo, Cinigiano (GR), è parte del più ampio progetto “The Roman Peasant Project”, sviluppato dalle Università di Pennsylvania e Cambridge.
Il sito di Marzuolo, collocato su un terrazzo fluviale a ridosso del fiume Orcia, è stato individuato nel corso delle indagini di superficie condotte nell’ambito del Progetto Carta Archeologica della Provincia di Grosseto nel 2007, anno in cui è stato indagato anche tramite scavo di emergenza.
L’ampio spargimento, di circa 2,5 ettari, era stato interpretato come villaggio romano di epoca tardo repubblicana primo imperiale, con una fase di vita, l’ultima, fra II e III secolo d.C..
A seguito di un’indagine magnetometrica si aprono due aree di scavo: area 10.000 ed 11.000.
L’Area 10.000 ha restituito una serie di muri riconducibili, per planimetria, ad una chiesa con orientamento ad est, navata unica, abside centrale con due pastophoria laterali. Mancano i livelli pavimentali, i muri sono a livello di fondazione. Sono stati individuati solo due strati connessi con la chiesa, che hanno restituito pochi frammenti ceramici databili all’XI-XII secolo.
Le fasi romane individuate nell’area 10.000 possono ricondursi a due edifici principali: uno collocato nella zona nord dell’area, probabilmente costituito da una copertura voltata retta da pilastri e colonne, collegato ad un’area artigianale per la produzione della ceramica Sigillata Italica ed un’altra manifattura di cui sono state ritrovate scorie, ad oggi non ancora identificate. All’interno della struttura, sono state rinvenute numerose forme in ceramica Sigillata Italica, integre, ancora impilate in base alla loro tipologia, che datano all’età Giulio Claudia l’ultima fase di vita della struttura. Consistenti strati di carbone testimoniano il crollo dell’edificio a seguito di un incendio. Successivo allo stoccaggio delle ceramiche in terra sigillata italica, forse quando l’edifico era ancora in vita, od immediatamente dopo il suo crollo, si imposta nella zona est un “butto” o stoccaggio di anfore databile al II secolo d.C.. Ad ovest, al di sopra degli starti di crollo si imposta una tettoia fnzionale a riparare un focolare.
Nella zona sud dell’area 10.000 si individuano poi una serie di muri in opus reticulatum che suggeriscono la presenza di un edificio, successivo al primo, con forma ad L e parzialmente porticato.L’area 11.000 ha restituito il perimetro di due ambienti, fra loro adiacenti, solo uno di questi è stato interamente scavato: presenta apertura a sud, si è conservato il crollo ma solo parzialmente il livello di abbandono e un possibile battuto. Il materiale rinvenuto nel crollo data questo al III secolo d.C.. Esternamente ai due edifici si rinvengono due piccole fornaci, forse per ceramica.
I resti di epoca romana rinvenuti in entrambe le aree suggeriscono un ampio e pianificato insediamento databile al I secolo a.C.. Tutti i muri di epoca romana seguono il medesimo orientamento nord-ovest/sud-est.
- Kimberly Bowes - University of Pennsylvania 
- Mariaelena Ghisleni - Università degli Studi di Siena 
- Emanuele Vaccaro - University of Cambridge 
Director
Team
- Anna Maria Mercuri - Università di Modena
- Michael McKinnon-Università di Winnipeg
- Cam Grey - Università della Pennsylvania
- Alessandra Pecci - Università di Barcellona
- Antonia Arnoldus-DIGITER Inc.
- Laboratory of Mc Donald Institute-University of Cambridge
- Alessia Rovelli - Università della Tuscia
Research Body
- University of Cambridge
- University of Pennsylvania
Funding Body
- Loeb Foundation
- National Science Foundation
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