Summary (Italian)
Nell’area del complesso monumentale di San Salvatore, insediamento fortificato medievale noto dai documenti e conservato ancora in parte in elevato, sono state individuate e scavate, in seguito a lavori di emergenza, tre fosse di scarico di cui una di grandi dimensioni (misure: 4×3 m; profondità 0.70 m) e due di dimensioni ridotte (0.60x.0.27 m; (0.50×0.23 m).
Il riempimento della fossa maggiore ha restituito molti frammenti ceramici riferibili ad età bassomedievale oltre a laterizi, alcuni manufatti in metallo e reperti faunistici (riferibili da una prima analisi a capro-ovini e bovini oltre ad una minore presenza di ostriche e conchiglie). La fossa, scavata solo parzialmente, presentava sul fondo uno strato di pietre e ciottoli di medie dimensioni che copriva tre consistenti concentrazioni di bruciato con carboni, concotto e cenere.
La quantità maggiore di manufatti è ascrivibile alla produzione ceramica: in primo luogo le invetriate monocrome e policrome destinate alla mensa (ciotole e scodelle, bacini, boccali, salsiere) seguite dal vasellame privo di rivestimento (vasellame da dispensa con olle, bacini e anforacei e da mensa con piatti, ciotole/scodelle, bottiglie) e da fuoco (pentole, olle). In particolare le decorazioni del vasellame rivestito trovano confronti in numerosi contesti bassomedievali lucani e pugliesi (Torre di Mare, Pietra San Giovanni, Taranto, Policoro, Santa Maria di Anglona, Montescaglioso).
Dal riempimento della fossa provengono inoltre alcuni oggetti in lega di rame riconducibili alla sfera degli accessori d’abbigliamento (due applicazioni di cintura a forma di rosetta polilobata), agli oggetti di ornamento (un orecchino a semplice filo ripiegato), all’equipaggiamento del cavallo (una borchia a calotta emisferica) e allo strumentario da lavoro (un coprifuso).I caratteri stratigrafici del riempimento e i dati dei reperti suggeriscono possa trattarsi di una fossa di scarico pertinente al vicino abitato fortificato ( castrum ) in cui sono stati accumulati i resti delle stoviglie rotte dei commensali, gli avanzi di pasto e altri oggetti oramai in disuso. Le tipologie ceramiche e un denaro in argento proveniente dal riempimento permettono di datare l’obliterazione della fossa alla seconda metà del XIII-XIV secolo, mentre l’abbandono dell’area è ascrivibile alla seconda metà del XV secolo, data suggerita dal ritrovamento di un’altra moneta nello strato di superficie.
- Erminia Lapadula 
Director
- Antonio De Siena - Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata
Team
- Eloisa Vittoria
Research Body
- Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata
Funding Body
- Consorzio di Bonifica del Bradano e Metaponto
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