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Archaeological Conservation

  • Ospedale Addolorata, Celio
  • Roma
  • Domus Valeriorum
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Credits

  • The Conservation Database is the result of a collaboration between: ICCROM (International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property) and AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica).
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Summary (Italian)

  • I lavori di ristrutturazione dell’Ospedale dell’Addolorata situato sul Celio, svoltisi tra il 2005 e il 2013, finalizzati alla realizzazione del nuovo dipartimento di Oncoematologia del presidio ospedaliero Addolorata (Azienda Ospedaliera San Giovanni–Addolorata), hanno permesso di riportare alla luce numerose testimonianze relative al complesso della domus dei Valerii, famiglia di antichissima origine che si diceva discendente dal primo console Valerio Publicola. La loro lussuosa residenza, esistente già in epoca tardo-repubblicana, fu abitata fino all’inizio del V secolo d.C.Sulla base dei ritrovamenti effettuati durante la costruzione dell’ospedale dell’Addolorata, agli inizi del XX secolo, concentrati lungo il fronte settentrionale dell’edificio moderno, si consolidò la ricostruzione tradizionale della domus, secondo la quale la parte residenziale era concentrata soltanto sulla sommità del colle, mentre il resto della proprietà era destinata a parchi e giardini. Grazie a scoperte sporadiche effettuate in anni recenti, fino agli scavi del 2005 e a quelli che si sono conclusi nel 2013, è possibile oggi delineare un quadro più ampio, arricchito da nuovi e sconosciuti settori residenziali in aree in cui si riteneva vi fossero soltanto giardini. Di questi ultimi rinvenimenti, il nucleo principale è costituito da un corridoio interamente affrescato che fungeva da collegamento tra vari ambienti e che si apriva con grandi finestre su un viridarium. Questocomplesso, risalente all’epoca epoca tardo-adrianea, fu presto abbandonato e nel primo venticinquennio del III secolo fu distrutto intenzionalmente abbattendo il soffitto e la parte alta delle pareti, recuperati durante lo scavo. Il tutto fu poi obliterato, ancora entro il III secolo d.C., da un consistente interro, probabilmente funzionale a una radicale ristrutturazione dell’area, che comportò una variazione dei dislivelli su cui si articolava la villa. Per consentire la realizzazione delle strutture destinate a ospitare i macchinari per la terapia oncologica, e assicurare contemporaneamente la conservazione dei manufatti archeologici, tra la fine del 2005 e la metà del 2006, si è proceduto allo stacco dei rivestimenti parietali e pavimentali che sono stati trasferiti, su supporti sintetici, all’interno di locali messi a disposizione dall’Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata. Nel corso degli anni successivi, mentre si effettuavanoaltri sporadici rinvenimenti durante i lavori di modernizzazione del presidio ospedaliero, sono stati intrapresi il restauro degli affreschi staccati e dei grandi frammenti delle pareti, recuperati in stato di crollo. Le operazioni di restauro degli intonaci parietali sono state recentemente ultimate ed è in corso il restauro dei frammenti di soffitto interamente recuperato in stato di crollo. Queste complesse operazioni di scavo, recupero e conservazione sono state possibili grazie ad accordi stipulati tra la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e l’Azienda Ospedaliera, in previsione di un progetto di musealizzazione di questi straordinari rinvenimenti. Contemporaneamente alle operazioni di restauro, si è proceduto a uno studio ricostruttivo, anche tridimensionale, delle strutture rinvenute attraverso l’analisi delle murature in situ, dei crolli e dei volumi architettonici, considerando anche i rinvenimenti precedenti e la conformazione orografica della zona.

  • Sergio Palladino 

Director

  • Paola Di Manzano - Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma

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